L’isola dell’idrogeno: la UILTrasporti e Mandas portano la Sardegna nel laboratorio del futuro verde.
Mandas, 26 settembre 2025 – L’ex convento dei Cappuccini, immerso nel cuore della Trexenta, è diventato per un giorno il centro del futuro energetico della Sardegna. L’occasione è stata l’incontro “Treni Verdi: l’idrogeno in corsa”, promosso dalla UILTrasporti Sardegna e aperto dal segretario generale Valerio Mereu, che ha richiamato l’evento ricco di contenuti e trasformato Mandas in un simbolo: un luogo di memoria e di ferrovie storiche che guarda oggi al domani, con la prospettiva di diventare laboratorio nazionale per la mobilità (ferroviaria e gommata) ad idrogeno verde. “La costruzione di una centrale per la produzione di Idrogeno da fonti rinnovabili – ha spiegato – è il tassello fondamentale per il salto in avanti nella concezione del vero futuro del trasporto ferroviario e di autobus nel trasporto pubblico e che vede l’Idrogeno come attore principale”.
A confrontarsi, in una sala gremita e in una mattina densa di contenuti e visioni, sono stati Marco Sanniu, dottore in Scienze e Tecnologie Chimiche e delegato UILTrasporti; Nicola Contini, coordinatore regionale della categoria; Alessandro Erriu, delegato sindacale e la giovanissima Martina Argiolas, delegata sindacale e futura ingegnera, che ha portato la voce e la passione delle nuove generazioni del settore. All’evento, anche le istituzioni: il sindaco di Mandas Umberto Oppus, le assessore regionali Barbara Manca per i Trasporti e Rosanna Laconi per la Difesa e l’Ambiente, il presidente del Consiglio Regionale Piero Comandini, il vicedirettore ARST Salvatore Perra e la segretaria generale UIL Sardegna Fulvia Murru, che ha offerto una riflessione di ampio respiro sulla “transizione giusta” evocata anche da Bruxelles. La locandina dell’evento.
Dal Big Bang ai binari della Sardegna L’intervento di apertura, affidato al dott. Marco Sanniu, ha unito divulgazione scientifica e visione. Un racconto che parte dal principio dell’universo per arrivare ai binari della Sardegna: «L’idrogeno – ha spiegato – è l’elemento che ha da sempre acceso le stelle e che oggi può accendere una nuova era di energia pulita nella nostra isola».
Sanniu ha illustrato come l’idrogeno non sia propriamente una fonte energetica primaria ma piuttosto un vettore energetico, capace di immagazzinare e trasportare energia con un’efficienza doppia rispetto ai carburanti fossili.
Ha spiegato i processi che portano alla produzione di idrogeno verde, ottenuto per elettrolisi dell’acqua grazie all’energia solare, e ha sottolineato il ruolo chiave degli elettrolizzatori PEM, tecnologie compatte in grado di adattarsi alle variazioni di produzione delle rinnovabili.
«Il futuro dei treni in terra sarda – ha concluso – non sarà fatto di fumo e di gasolio, ma di sole, acqua e una piccola nuvoletta di vapore».
“La Sardegna può essere il laboratorio dell’Europa” A seguire Nicola Contini, il quale ha spinto il discorso sull’idrogeno verde all’interno della grande strategia europea per la transizione energetica. «Non è una moda del momento – ha detto – ma un tassello strutturale della decarbonizzazione mondiale».
Contini ha evidenziato come la Sardegna, priva di linee ferroviarie elettrificate, rappresenti un terreno perfetto per sperimentare la tecnologia dell’idrogeno senza i costi e gli impatti ambientali delle nuove infrastrutture elettriche.
I treni a idrogeno, infatti, possono garantire le stesse prestazioni dei diesel, ma senza emissioni, rumore o odori, e con tempi di rifornimento paragonabili a quelli tradizionali.
Ha ricordato come in Germania, Olanda e Francia i treni a idrogeno siano già realtà e ha sottolineato che l’isola può inserirsi in questa rete europea come avamposto tecnologico e ambientale. «Ogni chilo di idrogeno verde prodotto in Sardegna – ha affermato – è un passo verso l’indipendenza energetica, verso un’industria che nasce dal nostro sole e dal nostro vento».
“Un treno che porta con sé lavoro, diritti e speranza” Nel suo intervento, Alessandro Erriu ha spostato l’attenzione sul valore sociale ed economico della rivoluzione dell’idrogeno. «Quando parliamo di idrogeno – ha detto – non parliamo solo di molecole e serbatoi, ma di persone. Di nuovi posti di lavoro, di giovani che restano, di territori che riprendono vita».
Erriu ha ricordato che il progetto da 30 milioni di La delegazione sindacale da sx Erriu, Mereu, Argiolas, Sanniu, Contini euro, finanziato con fondi del PNRR, non è soltanto un investimento in tecnologia ma un atto di giustizia territoriale. Collegare i centri interni della Trexenta con Cagliari significa difendere un diritto costituzionale: quello alla mobilità.
La costruzione degli impianti, delle stazioni di rifornimento e dei sistemi di stoccaggio richiederà manodopera qualificata e creerà un indotto fatto di imprese edili, aziende di impiantistica, tecnici, fornitori e consulenti. «Ogni rivoluzione tecnologica – ha ricordato – genera nuovi mestieri. Ora servono tecnici per gli elettrolizzatori, manutentori per le celle a combustibile, esperti di sicurezza. Le nostre scuole e il nostro istituto MOSOS avranno un ruolo decisivo nel formarli».
Per Erriu, trattenere queste competenze sul territorio sarà la vera sfida: «Il sindacato dovrà essere vigile, perché qui si fa sindacato. E l’ARST avrà l’onere e l’onore di investire sui nuovi lavoratori, evitando che le nostre professionalità finiscano altrove».
Giovani e futuro: la passione come energia rinnovabile Un momento particolarmente sentito è stato quello dedicato a Martina Argiolas, giovane capotreno e delegata UILTrasporti, che ha dialogato con Mereu raccontando il proprio percorso. Una storia di curiosità e determinazione, che ha mostrato come la transizione energetica non sia solo una sfida tecnologica, ma anche culturale.
In un settore ancora dominato da figure maschili, la sua scelta di carriera è diventata un simbolo di modernità e di emancipazione. «Non è un caso – ha sottolineato Mereu – che il futuro dell’idrogeno in Sardegna passi anche da giovani come Martina: competenti, appassionati e capaci di unire tecnica e visione».
Mandas capitale simbolica del nuovo trasporto sardo Il sindaco Umberto Oppus ha espresso l’orgoglio della comunità per ospitare un evento che intreccia storia e futuro: Mandas, patria del “Trenino Verde”, diventa oggi la culla di un modello ferroviario che potrebbe essere replicato in tutto il Paese. Le assessore regionali Manca per i Trasporti e Laconi per la Difesa e l’Ambiente, insieme al presidente del Consiglio Comandini e ai vertici ARST, hanno evidenziato la necessità di una strategia integrata per coniugare decarbonizzazione e sviluppo locale, assicurando sostegno istituzionale e continuità ai progetti in corso.
Una transizione giusta: la voce della UIL Sardegna Durante la giornata è intervenuta anche Fulvia Murru, segretaria generale UIL Sardegna, che ha ripreso un
concetto centrale rilanciato anche dall’ANSA: la Sardegna può diventare un laboratorio nazionale dell’idrogeno, ma la transizione deve essere “giusta”.
Murru ha ammonito che l’isola non deve limitarsi a essere una piattaforma energetica per il continente: ogni megawatt prodotto deve generare benefici concreti per i lavoratori e per le comunità locali. Ha invocato una regia nazionale e regionale capace di integrare energia, industria e trasporti, sottolineando che «l’idrogeno sarà davvero verde solo se creerà lavoro stabile, formazione e diritti».
Dalla Sardegna un segnale all’Italia L’incontro di Mandas ha offerto molto più di un approfondimento tecnico: è stato il ritratto di un’isola che sceglie di credere nella propria autonomia energetica e nella competenza dei suoi lavoratori.
Dalla chimica delle stelle alla concretezza delle officine, dalla ricerca alla formazione, l’idrogeno è diventato il filo conduttore di una visione che unisce ambiente, lavoro e dignità sociale.
Come è stato più volte rimarcato, «il treno a idrogeno non porterà solo passeggeri: porterà nuove opportunità, nuove competenze e una nuova speranza».
E quel vapore che vedremo dissolversi sopra i binari della Sardegna non sarà solo acqua: sarà il simbolo di una rinascita, leggera come l’idrogeno ma pesante di futuro.


